Una domenica bestiale

Ieri il tempo era piuttosto brutto, ne ho approfittato per ripassare un po’ di matematica. Sì certo, come no! Anche oggi non sembra sia tanto meglio ma perlomeno dovrebbe non piovere fino a sera. Probabilmente avrà piovuto fino a notte fonda e la roccia sarà bagnata, speriamo si alzino le brezze diurne ad asciugarla un poco. Ore 5.55, apro la porta di casa dei miei. “Fiiiiiiiiiiiiii” il segnale dell’allarme antifurto mi avvisa che ho trenta secondi per disattivarlo. Corro verso la magica scatolina, pigio il pulsante “disinserito”, non mi resta che digitare il codice segreto.

Assedio

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Una valle: Combra

L’occasione è ghiotta: scoprire il lato migliore e gli aneddoti di una valle in compagnia di alcuni dei suoi cacciatori. Da tempo ormai aspiravo alla perla incava e stretta in cui mai ebbi ancora (roba da matt!) messo piede ma solamente osservata dall’alto delle sue creste scoscese. Se soltanto avessi percorso il sentiero ufficiale d’accesso, mai però sarei stato sufficientemente impressionato da questa gola dall’antico carattere, da tutti dimenticata tranne che dai suoi ospiti possessori di estive dimore in sasso, impiantate dai loro avi temerari e modesti. In tal caso, l’occhio non avrebbe visto, l’orecchio non avrebbe sentito, il mio bagaglio emotivo e culturale non sarebbe aumentato.

Vestigia

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Salmerino alpinista (salvelinus alpinistus)

Dissetarsi con una bottiglia di bibita mentre un gustoso arrosto ancora crudo, ben profumato di erbe e spezie esce dalla soglia in direzione della griglia, fuggire dalla prelibata forma arrotolata con l’amaro in bocca, chiedere un passaggio all’alpigiano automunito (e riuscire) per guadagnare almeno 45 minuti di marcia per poi incamminarsi verso l’ignoto all’ora di cena e con un temporale incombente alle spalle, esser sorpresi, prima dal temporale poi pure inconsapevolmente dall’elicottero rosso che sbuca dalle nebbie a volo radente (intercettandoci), scovare il campo da campeggio dei nostri amici quasi per caso senza ben sapere dove essi avrebbero trascorso la notte, pescare senza patente e pure fuori orario (vero Alvaro?) mentre l’elicottero compie innumerevoli voli avanti e indietro, venire a conoscenza che sono in 25 da tirar giù (!) e che il guardiapesca del comprensorio (guarda caso) è pure un membro della colonna di soccorso che nel frattempo ha raggiunto la diga a piedi nella notte ormai già sveglia, assistere al suon di “Grüezi zäme” alla parata frontale-luminosa dei malcapitati cugini d’oltralpe richiedenti l’aiuto, rannicchiarsi all’addiaccio nel sacco a pelo sottovento, svegliarsi il mattino dopo nella nebbia fitta come un bosco e nelle gocce di pioggia, con Alvaro che di buon’ora riesce nell’intento di catturare un salmerino alpino di 35cm con l’alborella… PUO’ ACCOMPAGNARE SOLO!!!

Direttissima

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Laghi della Crosa: il sogno è ancora vivo

In tutti questi anni spesi a vagabondare per le nostre valli, sulle rive di tali reconditi specchi d’acqua ho avuto l’occasione di avvicinarmici soltanto ora. Nei miei pensieri, questi magnifici occhi color turchese significavano “stupendi”, “assolutamente da vedere” e che “mio nonno ci andava a pescare”. Appena saputo di un’occasione particolare per cui sarebbe stato un peccato non approfittare, ho raggiunto i laghi in soltanto un minuto, con un bel tiro di elicottero! 🙂

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Risotto al garzotto

E’ una giornata da lupi in Val Scaradra, ma a me questa valle piace anche così. Ormai ho perso il conto delle volte e delle stagioni in cui ho messo piede in quella che è degna di essere annoverata tra le valli più attraenti dell’Alto Ticino. E quando uno parte sapendo che di lì a poco gli si sarebbe scatenato addosso il finimondo, o è un folle o la ama per davvero. A voi l’opinione. L’amore è comunque follia.

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Welcome 2012

Gli ultimi giorni del 2011 ci hanno regalato un bel po’ di neve, seppur con condizioni piuttosto singolari. Temperature atipiche per il perido in quota e pioggia laddove questa non dovrebbe esserci, è la caratteristica “invernale” che probabilmente quest’anno ci si attendeva, visto l’evoluzione del recente autunno. Il nuovo anno sta iniziando allo stesso modo, tuttavia posso dedurre che il mio albero di noci non mi ha mentito!

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L’impeto della marmotta

Mai svegliare il can che dorme! Parole sagge che fin da piccolo mi ripetevano spesso i miei genitori, le sentivo più volte dai nonni, me le ribadivano persino a scuola. D’altronde, un “inzigone” nato come il sottoscritto, non poteva certo non aver mai udito quelle parole, soprattutto quando le cose non finivano come previsto, e qualcuno a cui non ho dato retta aveva (come al solito) ragione. Tuttavia, nonostante la miriade di ramanzine, non ho mai imparato (e mai imparerò) poiché continuo imperterrito a procurarmi soddisfazione dall’ancestrale arte dell’istigazione infantile anche alla piacevole età di 33 anni! Comunque, se oggi non mi fossi trovato io stesso nella situazione, non ci avrei mai creduto. Prendetemi per pazzo… No.

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32… col botto(a)

“Dica trentadue…” “Guarda che ti sbagli… era trentatrè!”.

Oggi ho voglia di varcare la barriera del “fatidico 3x”, che in Ticino pare sia ormai divenuta una tendenza, a quanto risulta su un sito il quale non sto ora a descriverne l’entità. Difatti, secondo alcuni “intenditori” se non sali una vetta oltre i 3000m non hai asceso niente di speciale. Ma siamo diventati matti? Dire “Andiamo a fare un tremila!” è normale che fa figo, tant’è vero che se uno dice “Vado a fare un 2999…” oppure “un 2654…” all’altro gli scappa da ridere. In ogni caso da noi esistono cime assai meno elevate, molto più belle ed interessanti che vale davvero la pena di conoscere. E non ci si va per seguire la moda, infatti lassù non si incontrerà mai nessuno. Il classico esempio evidente, lo Scopi. Una montagna che quasi tocca i 3200m, ma non ditemi che una volta lassù ci si senta appagati. E lo stesso discorso vale per altre cime, o per i 4000m che si fanno in giornata ed in seggiovia!

Bene, dopo il “sermone” la smentita, perché come detto oggi salirò su un tremila (forse un po’ meno di moda di altri) con il mio amico di lunga data Gabriele. Anche se la salita non sarà eccessiva, partiamo comunque molto presto, per godere del fresco e per poi avere tutta la giornata a disposizione.

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Apertura della pesca a Cresciano

Martedì 1 giugno 2010: apertura dei laghetti alpini.

Giornata ideale dunque per rivisitare gli affluenti spittati del laghetto di Cresciano. Questa volta non per nuotare ma per pescare.

La serata è arieggiata e fresca, le velature nuvolose apparse nel primo pomeriggio hanno permesso alla roccia di non surriscaldarsi troppo ed il vento che ha soffiato negli ultimi giorni ha consentito alla pietra di meglio disperdere l’umidità. Più di tanto non si può desiderare, le condizioni sono ottimali.

Siamo in quattro + uno: cordata storica Giovanni-Orlando, cordata atletica Bruno-Io. C’è poi il Nemo che come al solito stà un po’ con tutti anche se oggi sembra sia molto attratto dagli arbusti che precipitano dall’alto. Bravo Nemo, qualcuno che riordina il guazzabuglio alla base della parete è ben accetto. Continua…

Pulizie di primavera in baita

Giornata per soli esperti in pulizie di baite. I partecipanti sono stati accuratamente selezionati dopo aver superato un esame teorico ed un esame pratico. Giovanni, che ha superato in modo brillante (mah…) pure l’esame di conducente per mezzi di pulizia stradale, alle 7.45 mi aspira con il suo rombante Mercedes Arancius delle Strade Nazionali. Un quarto d’ora dopo anche il Marco è pronto a farsi risucchiare dal potente tubo aspirante della vettura.

Il veicolo spolvera l’asfalto che è un piacere, in auto niente musica bensì una puntata della trasmissione de “Il Sabato Popolare” che oggi come tema propone il cortometraggio Ta demm i ciot, no ai vöri mia!. In un baleno raggiungiamo Rosone, luogo designato per parcheggiare il mezzo pulente. Continua…